The American Scandal

Football is an institution in America. Believe it or not, university coaches are idols in the U.S.A. They are life coaches. You are a hero especially when you are the coach who has won the most through the States and your name is: Joe Paterno. One morning you wake up as an eighty-four years old hero, the next one you wake up as an ugly beast.

Joe Paterno, coach of the Penn State University football team since 1966 represents the decay of an institution that rules American universities. Joe is now involved in a sex scandal that apparently lasted for 15 years and the scandal is on the first pages of most of the American newspapers. My personal, modest opinion is that the authority and fame that football coaches and staff gain (once they are in charge of an American University Football team) is ridiculously out of control. How is it possible that university officials and Joe Paterno let the assistant football coach, Jerry Sandusky sexually abuse eight young boys for over 15 years? How can these officials be in charge of a world known university? How can they represent a positive model for their students?  Furthermore, I look at these terrible events from an european point of view and I find ridiculous the fact that the college football industry is a multibillion-dollar industry . How can you guarantee a meritocratic, healthy environment if some of your students could make you win billions of dollars by winning the college league? How can these students be treated as the rest of the students? I come from Italy, a country that has often been criticized for its lack of meritocracy, but now that I’m in the American continent, my point of view has changed on my country. My point of view has changed not because of the scandal, but because of the scholastic system that I experience in first person. Mike McQueary, then-graduate assistant reported seeing Mr. Sandusky allegedly raping a 10-year old boy. All this was happening under the eyes of one of the most famous and loved american coaches.

I strongly believe that American universities should continue promoting athletics at college, but I now believe that some parts of college athletics should be re-dimensioned together with the roles of football coaches and staff. Too much money and fame have led to a sick environment. I hope this scandal is going to help the States realize the oversized influence of college athletics on American universities. Although I understand that behind all of this there is profit, it is profit that kills what was once called “sport”. U.S.A probably won’t consider a change within the structure of its universities and football’s role since the show must go on, but the ruined life of the young victims and the poor attention given to them after the scandal should make us realize that it is time for the States to re-define from the beginning this rotten structure. Priorities such as education, ethic and values have been blown away by profit…

 

Aldo Visibelli

Il cacciatore Blog

email: festone.vj@hotmail.it

L’immigrazione? Una risorsa

L’IMMIGRAZIONE? UNA RISORSA

Partendo dal presupposto che in Italia una vasta percentuale della popolazione stigmatizzi tutto cio’ che riguarda l’immigrazione e soprattutto l’immigrato; trovo che chiunque fondi la propria opinione al riguardo basandosi su un evento di cronaca e generalizzando molto spesso in maniera reazionaria, costui abbia una visione molto limitata della realta’. Quello che non si insegna nelle scuole italiane e che non si racconta ai giovani italiani e’ che l’immigrazione PUO’ essere una inestimabile risorsa. L’immigrazione e’ potenzialmente una delle poche risorse che potra’ alleviare la crisi economica in atto.

Parliamo di pressione fiscale ad esempio. Qualsiasi paese, per funzionare al meglio deve trovare un equilibrio tra le tre fasce che dividono una societa’: “I minori di 18 anni, coloro compresi tra i 18 e i 60 anni e gli over 60.” Perche’ deve trovare un equilibrio? Perche’ gli under 18 e gli over 60 “costano” allo stato, che deve pagare per l’istruzione, per le pensioni, eventuali sussidi e molte altre spese. Mentre la fascia che va dagli over 18 fino ai 60 anni mantiene economicamente la popolazione pagando le tasse. Prendiamo ora in considerazione il tasso di nascite in Italia e in Europa. L’Italia ha oggi una media di 1,26 figli per donna, mentre l’Europa ha una media dell’1,47. Entrambe le situazioni rappresentano un diminuire della popolazione. I pochi figli che nascono oggi in occidente andranno un giorno a finire nella fascia che dovra’ mantenere il resto della popolazione. Dal momento che (come dimostrano i dati) il tasso di natalita’ e’ in calo, la fascia dei lavoratori si restringera’ e restringera’ poiche’ sara’ schiacciata dagli over 60 in pensione che vivranno in media sempre piu’ a lungo dal momento che i tassi di mortalita’ nei paesi sviluppati stanno gradualmente calando. Si presenterebbe una scenario molto simile a quello giapponese che oggi ne risente.

Gli italiani sono a un bivio, devono scegliere se continuare a vedere l’immigrazione come qualcosa da cui difendersi o se iniziare a progettare un nuovo piano di immigrazione che a lungo termine ricompensi quella fascia vulnerabile. Qualora l’Italia scegliesse la seconda opzione, potrebbe garantirsi immigrati qualificati nel loro settore che verrebbero in Italia per mettersi alla prova e senza poi divenire dei parassiti per la nostra societa’.

Pensate che stia parlando del piu’ e del meno? Che sia una idea folle e irragionevole?

Bhe’ il Canada, guidato da una destra conservatrice ha appena passato una legge che incrementera’ il numero di immigrati qualificati distribuendoli in questi anni a venire. E’ vero, il Canada e’ un paese in costruzione, un paese che ha bisogno di nuovi immigrati, ma e’ anche vero che il Canada e’ uno dei paesi piu’ ricchi economicamente, piu’ Verdi e Vancouver e’ classificata come citta’ numero uno per vivibilita’. Un paese in cui ecologia ed economia vanno mano nella mano e crescono e prosperano insieme. Mentre il Canada si garantira’ immigrati qualificati e volenterosi, noi (di questo passo) ci ritroveremo ancora in parlamento con partiti razzisti come la Lega Nord. Attenzione che quando parlo di immigrati qualificati non parlo soltanto di laureati in economia e commercio con 100 e lode ma anche operai, lavoratori e molti altri (a seconda di quel di cui il paese ha bisogno). L’immigrato deve dimostrare di essere competente in un settore, deve mandare la propria “application” e aspettare una risposta del governo che molto spesso abbraccia a braccia aperte un nuovo immigrato. Per finire, l’Italia, tra i tanti problemi che la colpiscono, in questo momento risente fortemente di un alto tasso di disoccupazione e allo stesso soffre del fatto che un buon numero di posti di lavoro sono liberi e scoperti. Questo perche’ gli italiani non si accontentano piu’ di un lavoro qualunque e mirano in alto gia’ al primo lavoro.

La 25esima Ora

Per tutti quelli che come me, in situazioni difficili hanno puntato il dito contro altre persone. Per tutti quelli che come me si sono resi conto che la colpa era propria e non era degli altri.Ma questo proprio non lo volevamo accettare. Per tutti quelli che come me, qualora perdessero i propri punti di riferimento si sentirebbero crollare il mondo addosso.

Per tutti quelli che come me pensano che Edward Norton sia eccezionale nel recitare e per tutti quelli che come me pensano che la venticinquesima ora sia un film pazzesco.

 

Storia russa storia che si ripete

Studiando storia mi rendo conto di quanto siano avvincenti alcuni avvenimenti del passato, quanto si possa imparare da essi e quanto la storia si ripeta se la si studia attentamente.

Vorrei partire dalla Rivoluzione del 1917.

Finita la prima guerra mondiale, la Russia non aveva cibo a sufficienza per sfamare la propria numerosa popolazione e la gente moriva di fame. Nel 1917, il 10 Marzo, 200’000 lavoratori e donne aspettavano le dimissioni dello Tsar (dal momento che l’intero paese protestava da tempo) e chiedevano pane per sfamare le proprie famiglie. Ai Cosacchi, truppe dello Tsar, fu chiesto di sparare contro i manifestanti e fare un bagno di sangue.

Per la prima volta i Cosacchi disubbidirono al proprio “capo” e si opposero ad esso. Il 12 Marzo invece, le truppe spararono addirittura addosso ai propri generali uccidendoli e presero parte alla manifestazione. Il 14 la rivoluzione si sposto’ da San Pietroburgo a Mosca dove lo Tsar abdico’ e Mosca era in mano ai ribelli.

Qui trovo un’analogia con la recente rivoluzione Libica. Misurata, roccaforte dei ribelli diventa il cuore della ribellione, la quale si sposta a Mosca dove risiede lo Tsar. In poco tempo, il popolo, ribalta e rivendica le ingiustizie commesse nei propri confronti. Lo tsar, nell’arco di 4 giorni paga per tutti i bagni di sangue commessi, paga per tutta la corruzzione lasciata perpretare nel cuore del governo, paga per tutte le ingiustizie commesse e per il modo tirannico e dispotico di governare.Le truppe, schiave delle follie del despota iniziano ad ascoltare se stesse e ad abbandonare il tiranno e le sue idee, proposte e iniziative.

Qualora il periodo post rivoluzione si rivelasse identico a quello della Russia del 1917, verrebbe a formarsi un governo provvisorio che attuerebbe riforme democratiche. Purtroppo, il governo provvisorio Russo falli’, ma nonostante il succedersi di dittatori comunisti, la voglia di instaurare una vera democrazia non e’ mai morta completamente.

Il Governo provvisorio era diviso al suo interno tra i Liberali, i quali ritenevano che la protesta si fosse spinta fin dove fosse necessario e i Marxisti che pensavano l’esatto contrario. Il motivo per cui falli’ non fu per il fatto che fosse diviso al suo interno tra una fazione piu pro-dittatura e una piu’ pro-democrazia ma per il fatto che non capi’ che cosa avrebbe aiutato il popolo russo e cosa invece avrebbe peggiorato la situazione.

– Innanzitutto, piu’ della meta’ delle terre arabili erano in mano all’aristocrazia russa e non ci fu nessuna nuova riforma che cambiasse realmente la situazione e i Russi continuavano ad avere sempre piu’ fame.

-Per di piu’ i democratici ammisero di non essere stati eletti del popolo e per questo chiedevano di formare una nuova assemblea costituente.

– Ma soprattutto, non capirono che il popolo Russo proprio non riusciva a supportare due lotte contemporaneamente, una alla fame e l’altra contro la Germania.

A questo punto ne approfitto’ Lenin con il suo slogan vincente:” Pace, Pane e Terra.” Proprio cio’ di cui il popolo aveva bisogno. Pace, perche’ il popolo voleva uscire dalla guerra. Pane perche’ non ce n’era a sufficienza. Terra perche’ doveva assolutamente essere effettuata una nuova riforma che privasse l’aristocrazia di tutti i privilegi che deteneva.

Che cosa scrisse Lenin una volta rilasciato dai tedeschi e arrivato in Russia in Aprile:

1) Confisca di fabbriche e terre.

2)Potere ai lavoratori.

3)Abbandoniamo la guerra.

4)Continuiamo la rivoluzione perche’ ci troviamo nella stessa situazione di prima.

Il punto numero tre e’ un punto che si e’ ripetuto molte volte anche durante la storia contemporanea. Ricordo ancora quando Zapatero, ex presidente del consiglio Spagnolo (l’unico che ha avuto il coraggio di dimettersi per il bene del paese in questo periodo di crisi economica per l’Europa), dichiaro’ che qualora fosse stato eletto avrebbe portato la Spagna fuori dalla guerra. E vinse le elezioni.

Il punto numero quattro e’ il punto che temo possa ripetersi all’interno dei “nuovi” paesi del nord Africa. Nuove democrazie corrotte e inefficienti. Purtroppo costruire un paese dalle fondamenta e’ una delle imprese piu’ difficili. Specialmente quando il paese in questione non presenta alcuna classe media e ha un livello di istruzione molto basso.

Il governo provissorio era un governo debole e diviso. Ad un certo punto fu diviso tra i Socialisti, guidati da Kerensky, primo ministro e Kornilov, guida dei Democratici a favore della costituzione. Kornilov cerco’ di pugnalare alle spalle Kerensky attraverso un colpo di stato ma il colpo falli’ grazie al supporto dei bolscevichi, i quali si schierarono dalla parte di Kerensky. I bolscevichi  trovarono supporto con i Sovietici e avevano a disposizione un esercito a questo punto.

Fu cosi’ che un nuovo gruppo armato prese il potere in Russia. I Bolscevichi ne approfittarono della incerta e difficile situazione in cui si trovava il governo provvisorio per arrestare il 7 Novembre tutte le forze di governo. I Bolshevichi erano comunisti e avevano stretto alleanza con i Sovietici.

Fu cosi’ che Lenin sali’ al potere, approfittandone di una situazione che era a lui favorevole.

Perche’ il Giappone non abbnadonera’ il nucleare

Governo e cittadini hanno intrappreso due strade completamente diverse. Mentre i cittadini protestano per le strade contro il nucleare, il nuovo governo ritorna alla vecchia politica energetica e stringe nuovi accordi con l’industria nucleare.

L’ex presidente del consiglio Giapponese Naoto Kan, ancora prima di dimettersi aveva esplicitamente indicato al suo successore di prendere la strada che avrebbe portato a un Giappone privo di centrali nucleari. Oggi, l’attuale presidente Yoshihiko Noda ha dichiarato di voler rivedere le centrali nucleari ripartire entro la prossima estate. All’interno del governo, i membri del Partito Democratico del Giappone si sentono isolati dal momento che hanno sempre dichiarato di essere contro l’energia nucleare.

Il vero problema rimane il fatto che il governo di Naoto Kan e i governi precedenti hanno sempre avuto legami troppo forti e hanno sempre fortemente dipeso dalla Tepco, la Tokyo Electric Power Company. L’energia nucleare rappresenta il 30% dell’energia in Giappone e il popolo Giapponese se ne vuole liberare. Infatti, 60 000 manifestanti hanno protestato in centro a Tokyo lo scorso mese, in una manifestazione dallo slogan:” Addio Centrali nucleari.”

Ce’ paura, timore che il disastro di Fukushima si possa ripetere. Il Giappone infatti conta ben 54 reattori nucleari e 2000 faglie, che rendono il Giappone uno dei paesi piu’ soggetti a terremoti. Oggi, 40 dei 54 reattori nucleari e’ stato chiuso e il popolo del Giappone (per evitare black outs) ha ridotto del 18% l’uso di energia quest’estate.

Ce’ anche rabbia tra i Giapponesi, i quali vogliono schiacciare il monopolio della Tepco e vorrebbero che il governo Giapponese aprisse il mercato dell’elettricita’ alla competizione. Altre corporazioni come la Ennett hanno avuto un improvviso incremento di richieste di energia. La Ennett produce energia da gas naturali e prima di Fukushima aveva 7000 acquirenti. Ora la Ennett ammette che da sola non puo’ procurare la stessa quantita’ d’energia prodotta dalla Tepco.

Eppure la gente vuole cambiare e lo vuole fare subito. Alcuni sono arrabbiati con la Tepco mentre altri pensano che ora i prezzi siano troppo alti. Tutti cercano una soluzione che non arrivera’ o per lo meno non arrivera’ tra poco. La sporca verita’, purtroppo, e’ che la Tepco spende ogni anno centinaia di migliaia di dollari per comprare ai propri dipendenti i biglietti per partecipare alle raccolte fondi dei vari partiti politici.

fonte: The globe and mail (quotidiano Canadese)